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Amedeo Fernandes è nato a Treviso nel 1988.

Laureatosi nel 2015 in Arti Visive presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia, vive e lavora tra Treviso.

 

"Parto dalla rappresentazione di una realtà solida e materiale, ma nelle mie opere gli oggetti si trasformano in linee che sembrano equazioni geometriche, la realtà quindi è al tempo stesso astratta e figurativa. Il mondo moderno è percepito dalla tecnologia come una infinita sequenza di numeri e codici binari; anche l’arte per essere reale oggigiorno deve diventare geometrica;

ma tutto questo senza perdere la sua anima e il suo potere evocativo. Il computer sta soppiantando l’aratro, ma senza la fatica degli uomini non esisterebbe."


 

L’artista compie una rielaborazione di possibili mondi: ogni lavoro rappresenta una piccola parte di quella struttura che nella realtà che egli costruisce è più vasta. Ogni complesso viene eretto per mezzo degli stati emotivi di chi lo crea o, alle volte, s’innalzano in merito a un fine preciso, rendendo l’opera fine - o anche no - a se stessa. 

 

Le strutture finiscono all’interno dell’atmosfera creata di velature sovrapposte, fondendosi con esse, malgrado la loro apparente rigidità, e la loro è un’imponenza dovuta ad una sorta di monumentalità, che da allo spettatore un certo senso di inferiorità, se ci si pone in relazione.

 

Ogni tela inquadra così pezzi di questo mondo alla vista statici, impressionati su tela come un fotografo ferma istanti su carta, ma che in realtà, come ogni soggetto e oggetto a questo mondo muta, si muove e si consuma quotidianamente. Il complesso insieme di queste strutture rappresentano per l’artista l’idea di mondo ideale; una fonte di ispirazione è certamente l’architettura futurista, in particolare quella di Sant’Elia. 

 

Parla dell’arte come di una continua evoluzione, un cambiamento che integra i metodi espressivi passati con quelli attuali. Questa ipotesi ha anche una valenza socio-politica poiché, sostiene, che bisogna guardare le esperienze passate adattando i vecchi ideali alle esigenze dell’attualità. 

 

“non si può utilizzare la tessera di un puzzle due volte, per quanto possa sembrare adatta. (A. F.)” Il lavoro dell’artista guarda avanti perché modifica il linguaggio utilizzando materiali nuovi che evochino modernità e slancio verso il futuro. Nell’artificialità del materiale si crea un’atmosfera che potrebbe sembrare irreale ma in realtà potrebbe anche non esserlo se si pensa che potrebbe essere la realtà di un altro mondo, diverso da quello in cui viviamo in diversi aspetti.Dunque nel suo operare unisce una parte della nostra storia, il futurismo, al suo attuale impiego di materiali insoliti.

(L'espressione dell'uomo attraverso la comunicazione non verbale e il linguaggio dell'arte, Adua Martina Rosarno)

 

 

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